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Visualizzazione dei post da ottobre, 2009

esercitazioni fisiche con capacità cognitive

Esercizi mirati allo sviluppo delle capacità cognitive potrebbero essere una ulteriore possibilità di integrazione all’interno del processo di costruzione e sviluppo dell’atleta. Sto lavorando in questo senso da qualche tempo, e metterò su a breve una piccola ricerca. Descriverò una piccola serie, per ora, di esercizi che possono essere utilizzati in quest’ambito, tra quelli che utilizzo giornalmente. Correre, un giro di campo, e contare i passi. Correre un giro di campo facendo 6 passi avanti ed uno indietro e contando il totale dei passi. Correre un giro di campo facendo 6 passi avanti ed uno indietro, alternato a 4 passi avanti e due indietro e contando il totale dei passi. Eseguire delle andature (esempio dal punto a A al B) eseguendo dei calcoli aritmetici a mente. Eseguire delle andature come prima cercando di risolvere dei problemi logici. Utilizzare dei conetti di colore diverso, sparsi, e chiedere all’atleta di eseguire un percorso a memoria dopo che gli si è detta più o men

Svegliamo i piedi

Postura migliore con piedi migliori, per farlo svegliamo i piedi Rendere i piedi più attivi e vivi, migliora la postura. Puoi attuare diverse tecniche per migliorare la funzionalità dei tuoi piedi e prmettere a tutto quello che sta sopra di trovare un migliore assetto. il terreno artificiale è una tecnica di lavoro sui piedi elaborata da Moshe Feldenkrais , si tratta di “toccare” con una tavoletta rigida le dita dei piedi, partendo dal quinto dito e proseguendo via via per tutte le dita per poi passare sulla superficie plantare e sul tallone, fino a simulare la dinamica d’appoggio nel ciclo del passo. il lavoro consente al sistema nervoso di differenziare ed integrare le percezioni dell’appoggio all’interno dell’intero sistema corporeo. Se l’operatore prosegue nel modo giusto, e con la giusta sensibilità, piedi “sordi” e poco ricettivi si svegliano dal torpore e tornano a fare il loro lavoro, composto da sensibilità in ricezione e capacità di trasmissione delle pressioni.

migliorare la velocità

Per ottenere buoni risultati dai lavori di velocità, conviene utilizzare delle linee curve al posto delle rette come già indicato Qui nel post precedente sull'argomento. Ma che tipo di curve fare? Se hai la possibilità di studiare i movimenti tipici di gara dei tuoi atleti dovresti riproporli, in caso contrario conviene partire usando dei tracciati con curve di pochissimi gradi con cambi frequenti di traiettoria. In alcuni casi può essere utile lavorare con un lungo elastico agganciato alla cintura, ed eseguire degli sprint in curva utilizzando l'elastico come un raggio traente a cui si voglia sfuggire. Lo stesso si può fare lavorando agganciati ad una fune, che essendo più rigida porta ad un maggiore impegno sulle linee di fuga. una buona esercitazione è riproporre una curva di Gauss, con una fase di accelerazione, un cambio di direzione, una fase di sprint, una curva, una fase di sprint e un cambio di direzione, e uno sprint. Vedi figura sotto con due modi di rappre

Andare forte in curva.

Quando alleniamo la velocità negli sport di squadra facciamo sempre una cosa, lavoriamo su linee rette, 10 metri o 20 o 30 o più non importa sono sempre lavori in linea, poi se siamo molto motivati e vogliamo ricalcare le dinamiche di gioco inseriamo cambi di senso e cambi di direzione. Ma non alleniamo mai i giocatori ad andare forte in curva . A che serve? Effettivamente la distanza più breve tra due punti è una linea retta. Ma i nostri atleti quante linee rette disegnano in campo? Molto poche, se riuscite a vedere un tracciato gps, di una partita non credo ne troverete molte. Tracciati di questo tipo ormai in rete e sulle riviste specializzate se ne trovano. Spessissimo si tratta di gomitoli fatti da linee leggermente curve, e sinusoidali. Perché non allenare la velocità secondo questo schema dinamico? Forse potremmo eliminare una buona parte degli infortuni da sovraccarico. Se andate a leggere con attenzione il Kapandjj il migliore testo di fisiologia articolare, a mio avviso.

Metti il compressore ai muscoli.

Vuoi andare più forte? Metti  il compressore ai muscoli ! Si, comprimili nel modo giusto e avrai una maggiore potenza a disposizione. La produzione di indumenti a compressione graduata aumenta di giorno in giorno. Molti parlano solo dei muscoli dimenticandosi di una struttura che li avvolge e li dirige, la Fascia , questa struttura costituisce lo scheletro fibroso , senza, i muscoli non avrebbero possibilità di fare il loro lavoro. La Fascia avvolge, fissa, comprime, e dirige i muscoli. Per alcuni ricercatori la fascia è l'elemento cardine della coordinazione motoria e  alcuni lavori fatti da me in questi anni confermano la teoria. Comprimere i muscoli con degli indumenti creati appositamente, può dar una maggiore resistenza alla potenza per una serie di fattori: fornisce un ulteriore punto di appoggio a quello fornito dalla fascia superficiale e profonda. La circolazione sanguigna è migliorata dagli indumenti a compressione graduata, perché si potenzia la pompa venosa,

Facciamoci il fisico, iniziamo a correre.

Con facciamoci il fisico  iniziamo a correre proporrò alcune semplici tecniche per entrare i forma senza grandi stress. Cercare di Dimagrire correndo è uno dei sistemi di allenamento più praticati. Se si hanno le possibilità fisiche ed organiche adatte alla corsa può essere un sistema vincente, a patto che sia eseguito nel modo migliore possibile e cioè con metodo. Come dicevo prima, bisogna possedere le condizioni fisiche per correre e cioè un peso corporeo che sia al massimo il 20 % sopra quello ideale. In caso contrario meglio astenersi dalla corsa ed iniziare con altre attività meno stressanti per articolazioni e sistema cardiovascolare, come la camminata o la bike. Se vuoi usare la corsa per dimagrire e farti il fisico devi condizionarti progressivamente alla fatica, non basta la corsettina in un parco o sul lungolago o sul lungomare, solo all’inizio dopo si corre e se vuoi i risultati devi correre forte. Quindi visita medica specialistica prima di iniziare e prog

Ma l'atleta, è un contenitore da riempire?

Sono contenitori o atleti? Il titolo è un po' provocatorio, ma pensiamoci bene l'atleta, si deve riempire come un contenitore? E’ questo il nostro ruolo? Per molti che si occupano di preparazione è proprio così, bisogna mettere carico, volume, il classico "fieno in cascina" o "benzina nel serbatoio", ma scherziamo? l'atleta è ridotto a mero involucro contenente allenamenti? Conosco preparatori ed allenatori ossessionati dal carico, se l'atleta si infortuna non mollano fin a quando l'infortunio non si trasforma in una lesione grave, la giustificazione: "non possiamo permetterci di perdere allenamenti!" ....... bravi, ora perdete tre mesi voi e chissà cosa l'atleta. Un atleta ha effettivamente una struttura di assorbimento del carico simile a quella di un contenitore, per alcune capacità organiche ha un livello di riempimento difficile da superare, ad esempio, il VO2 max non cresce all’infinito,ad un certo punto si raggiunge un limit

Elettrostimolazione, meglio i muscoli piccoli.

Chi mi conosce, sa che non amo gli elettrostimolatori, comodi ma stupidi, però è possibile utilizzarli in modo proficuo lavorando su muscoli piccoli, difficilmente controllabili. Fortunatameente è passato molto tempo da quando si usavano le tecniche della figura qui sotto ...o no? Il maggiore handicap degli elettrostimolatori e che l'impulso è esterno al sistema e non utilizza i sistemi di controllo motorio propri del sistema. Contraggo contraggo, ma alla fine se rimane qualcosa in memoria ha dei pattern sballati, la morale è usali poco, usali accoppiandoli a lavoro a controllo volontario. Per la fisioterapia il discorso può essere diverso, ma semre da ragionarci sopra attentamente. Non sempre i vantaggi sono maggori degli svantaggi. I muscoli piccoli però ci danno altre opportunità di lavoro. I muscoli piccoli possono essere allenati con efficacia tramite l'elettrostimolazione. Ad esempio i muscoli limitanti la prestazione vedi il post ... qui. Questi muscoli possono

Diminuire gli infortuni e migliorare la performance con il Core Training

Bando alle mode, il Core Training ha uno scopo molto preciso, migliorare la forza e la resistenza e diminuire gli infortuni . I motivi per l’utilizzo sono vari. Qui c’è un post sull’argomento. Primo : l’esecuzione di esercizi di core training diventano un test. Si valutano la corretta postura e i tempi di mantenimento della stessa. Secondo : esiste una relazione abbastanza stretta tra soggetti che non riescono ad eseguire bene gli esercizi di Core Training ed alcuni tipi di infortuni. Terzo : gli atleti che lo eseguono meglio sono anche quelli con uno sviluppo motorio migliore. Il Core T. Lavora su muscoli non sempre allenati correttamente, muscoli che possono entrare nella classifica dei muscoli limitanti. Leggi il post a riguardo qui Questi muscoli hanno spesso il compito di stabilizzare il bacino, di assorbire la spinta nelle accelerazioni e nelle franate, spesso non sono muscoli grandi. Ma assolvono a più scopi, stabilizzano, ricevono informazioni (propriocezione) ecc. Sul bac

Allenare i muscoli piccoli ( limitanti) per vincere

Quando si allena, spesso, si pensa in grande, saltare più in alto,correre più forte ecc. e non si pensa ad allenare i muscoli piccoli , tanto si dice “saranno trascinati dagli altri”. Il tempo da dedicare alla potenza aerobica e allo sviluppo della forza è già poco, figuriamoci se possiamo perderlo dietro un muscoletto senza storia.... Anni fa, tanti, quando ancora preparavo la tesi, allora mi allenavo e già allenavo da anni, mi sono imbattuto in uno studio sulla marcia, il titolo era pressappoco “ i muscoli limitanti ”. Lo studio riguardava i limiti tecnici della specialità, e se ricordo bene (sono passati oltre 20 anni) indicava come point break della tecnica corretta, proprio la fatica in cui incorrevano alcuni muscoli piccoli mentre i gruppi muscolari principali ancora reggevano lo sforzo. Dopo tutto questo tempo, ripensandoci, effettivamente il limite di ogni buona catena sta nel suo anello debole . Lo studio abbinato di posturologia e metodologia per il raggiungimento della pe

lingua, postura e prestazione.

La lingua come strumento di accesso al sistema posturale ed alla prestazione. Si effettivamente si può pensare di accedere alla postura dalla lingua, la prestazione fisica ma anche quella dialettica potrebbero averne dei vantaggi. Lavorare sulla lingua e sulla posizione è già argomento di lavoro della Logopedia, io vorrei andare oltre e spingermi sui rapporti lingua e postura e lingua e coordinazione. in questo post, trovi un approccio al lavoro sulla lingua dedicato alle vertebre cervicali, clicca qui. Ma spingiti, oltre inizia a pensare alle posizioni spontanee che la lingua assume durante un gesto tecnico, un esercizio, e comincia a fare degli esercizi di coordinazione recitando una filastrocca, ricorda tanto giochi da bambini, vero? Insisti e canta mentre lavori sul tuo equilibrio. canta mentre corri o fai skip, canta, mentre esegui un cross crawl. Tutto diventa un poco più difficile vero? Ora porta la lingua in posizioni inusuali e svolgi un compito (esercizio di coordinazione),