lunedì 18 aprile 2011

Riscaldamento, vale la pena farlo?




 Che sia individuale o di squadra il riscaldamento ricopre un’importanza fondamentale e vale la pena farlo per ottenere il massimo dall’attività principale, o dalla gara.

Per prima cosa la parola riscaldare, fa subito pensare ad un innalzamento della temperatura corporea ad una migliore irrorazione sanguigna. Giusto, ma se fosse solo questo basterebbe mettere una termocoperta!!

Il riscaldamento è un processo complesso a cui va dato il giusto peso. Si tratta di mettere corpo e mente nella giusta predisposizione per ottenere il massimo senza infortuni.

Ogni attività prevede un riscaldamento ottimizzato. Il riscaldamento è come un passaggio tra due mondi, vuole un condizionamento organico per affrontare quello che viene dopo e richiede un passaggio da uno stato mentale ad un altro.

Ho conosciuto gente che non si riscaldava e andava avanti tranquilla, io se non mi riscaldavo mi stiravo solo a vedere correre gli altri. Con l’esperienza ho imparato che i pochi che non fanno riscaldamento non lo potranno non fare per sempre.


Una parte fondamentale del riscaldamento è la sincronizzazione degli emisferi cerebrali. É un obbligo a cui sottopongo me stesso e tutti i miei clienti, qualunque sport pratichino. Dopo questa fase di sincronizzazione si inizia il riscaldamento che sarà ad intensità progressiva e di tipo funzionale. Ovvero dedicato ai movimenti utilizzati durante l’attività.


Lavorare sulla respirazione,  è un altro punto fondamentale del riscaldamento, il diaframma deve poter lavorare al meglio. Esercizi di respirazione che mettano insieme il diaframma e gli psoas, sono estremamente utili.

Il riscaldamento  deve prevedere  una parte dedicata ai piedi, inizio e fine delle catene muscolari, il tono muscolare può essere modulato proprio a partire dai piedi.

Ho detto che l’attività deve prevedere un’intensità progressiva, però, preciso, che non deve essere mai bassa. Le parti finali del riscaldamento devono prevedere esercizi ad alta intensità.

Le nostre ansie da preparatori e allenatori di avere sempre il controllo su tutto devono essere messe da parte e creare cultura anche nel riscaldamento se vogliamo prestazioni ottimali.
Anni fa incontrando squadre straniere per gare di coppa, greci, tedeschi e russi svolgevano riscaldamenti molto rigidi, i miei capi allenatore erano affascinati da quei modelli militareschi di organizzazione. Poi riguardandone i filmati ci si rendeva conto che lasciavano molte lacune, e soprattutto non veniva data all’individuo la possibilità di provvedere ai suoi bisogni di attivazione. Infatti, è importante lasciare sempre una parte del riscaldamento all’atleta, che provvederà a concentrarsi e avviarsi al meglio.

Alcune indicazioni:

  • Sincronizzare gli emisferi cerebrali, esercitando nel contempo la respirazione.
  • Abbinare al movimento esercizi di respirazione al movimento.
  • Iniziare con andature ad intensità progressiva, partire dai piedi.
  • Raggiungere alla fine del riscaldamento intensità elevate
  • Lasciare una parte del riscaldamento all’individualità del soggetto
  • Per chi fa riscaldamenti tecnici, negli sport di squadra, consiglio sempre un  pre-riscaldamento a secco, eseguito in autonomia.

Buon lavoro

foto di Ben Sutherland

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