A volte ricevo delle telefonate come questa:
Pronto, ciao Prof, sei libero? Ho un improvviso dolore al piede.
Io penso: chissà questo dove non vuole andare…
I dolori al piede e alla caviglia, sono spesso correlati a stati d’animo prodotti da una partenza, da un impegno, da qualcosa che non si vuole affrontare; sistemata questa tensione emotiva, superato il momento, il dolore sfuma.
Hai presente il modo di dire popolare: “solo al pensiero mi viene la febbre?” Ecco, quello che succede è qualcosa di simile.
La tensione nervosa risveglia problematiche già esistenti, indebolisce, predispone al trauma. Vedremo in seguito alcune delle possibili vie di collegamento della mente con il dolore. Esistono diverse scuole di pensiero sull’origine dei dolori, alcuni psicologi e altri terapeuti, hanno studiato il problema e hanno elaborato delle teorie, ne considererò alcune. Per una di queste, ad esempio, il tallone interno corrisponde al rifiuto, quello esterno alla difficoltà di voler affrontare le cose, la caviglia è legata al distacco dal proprio territorio, inteso sia come zona di confort che habitat, ma anche nel non volersi mischiare con le cose e con la gente. Per altri terapeuti il significato del dolore o della distorsione alla caviglia è legato al rimanere bloccati da qualcosa o da qualcuno o nel non voler procedere verso qualcosa di poco gradito.
I polpacci, vengono correlati al non volere essere spinti forzosamente in una direzione, o dalla paura di avere poco tempo a disposizione, come se il tempo scivolasse come sabbia tra le dita.
I polpacci sono sempre attivi nell’impedirti di cadere a faccia in giù e sono esposti al tuo oscillare per mantenere l’equilibrio.
Se sono le ginocchia a darti improvvisamente noia o conosci qualcuno che ne soffre, e vuoi sapere a cosa è collegato questo dolore per poter porre rimedio, devi sapere che il ginocchio è legato al non volersi piegare, al non accettare un cambiamento, lavoro, trasloco, al non voler crescere, a non volersi adattare.
Anche il non volersi sottomettere è relativo al dolore al ginocchio.
Ah! quanti dolori alle ginocchia negli uffici..
Non riuscire ad accettare le critiche è un’altra delle possibili cause di dolore, come l’avere a che fare con chi vuole avere sempre ragione.
Continuo con questa interessante carrellata e passo alla schiena.
Prima ti faccio pensare un attimo ai glutei e al sacro.
I glutei sono sensibili al nostro essere incompresi, al pessimismo, al trovarsi con le spalle al muro, all’essere afflitti dal senso di impotenza.
Il dolore al sacro si può collegare alla sensazione di precariato, dall’insicurezza di poter ottemperare ai bisogni fondamentali.
Per altri, il sacro corrisponde ai sensi di colpa; ad una forte autocritica, alla mancanza di soddisfazione.
La zona della quinta vertebra lombare è collegata alla difficoltà di scegliere una strada, sopratutto in persone di talento.
Per altri si tratta di svalutazione nella sfera sessuale, questo è legato in particolare al mondo femminile che, sul lavoro, spesso, è svalutato.
La zona lombare è relativa a dipendenza affettiva o essere vittime di se stessi, come ad esempio chi ha tentennato e poi rinunciato a prendere in mano la propria vita, e ora è pentito. Frase tipica: “avrei dovuto fare altro.” Altri associano alla zona lombare dolente la paura di perdere il controllo, di avere la mente in sovraccarico e poco lucida.
Altri autori, ancora, mettono in relazione l'area lombare con la procreazione, ad esempio volere e non potere procreare.
Sono tutte ipotesi molto interessanti, come quelle riferite all’area dorsale alta, che per alcuni è anch’essa legata ai sensi di colpa mentre per altri al peso di responsabilità per gli impegni gravosi presi a sostegno degli altri.
Mi fermo qui, per ora, ma potrei continuare all’infinito, perché la possibilità di dolori somatici è pressoché infinita.
Ma tutto questo ha una logica?
In effetti pare di si, senza intraprendere voli fantasiosi, ricordiamo la fisiologia.
- Se ti dico: ti stanno rubando la macchina, la tua amigdala, una formazione nervosa a forma di mandorla, situata in profondità nel cervello, si attiva immediatamente e allerta tutto il cervello. L’ipofisi rilascia subito ACTH che a sua volta stimola il surrene che rilascia cortisolo, quindi entri in una fase di stress acuto. Potresti avvertire una forte contrazione tra fegato e stomaco, si tratta di uno spasmo della colecisti che rilascia rapidamente la bile. Nei giorni seguenti potrai avvertire un dolore in mezzo alla parte alta della schiena o alla spalla sinistra... e ti chiederai: come mai questo dolore? Altra cosa che accade è che il tuo cuore inizia subito a battere più forte, a causa del rilascio di noradrenalina e ACTH, sei entrato nella funzione scappa o attacca, più scappa che attacca, diciamocelo, dai…L’aumento della tua frequenza respiratoria coinvolgerà il diaframma, che pure poco allenato si contrarrà come quando corri. Queste reazioni, in totale, hanno una durata inferiore al mezzo secondo. Quando tutto questo sarà passato, alcuni organi potrebbero rimanere in “loop”, ad esempio il fegato che ad ogni atto respiratorio viene trascinato dal diaframma in alto per circa 4 cm per poi ridiscendere sempre per 4 cm, potrebbe non subire più questo “drenaggio” e così innescare una dorsalgia. E tu, ancora, ti chiederai… e sto dolore?
- Potresti, se nel tempo hai assunto una postura compressa, accartocciata, associata ad uno stato di paura continua, accusare un dolore ai bicipiti femorali. I muscoli sono già contratti dalla posizione assunta e aspettano solo un soffio per bloccarsi. Naturalmente una tua reazione a quello che accade, al tentativo di furto, necessita un cambiamento di postura, ma il tuo corpo non è pronto, non è in grado di distendersi, ed ecco il dolore che apparirà circa 72 ore dopo, e nuovamente ti chiederai: e sto dolore?
- Potrebbe capitare che dopo lo stress iniziale inizi ad avvertire dei tremori, brividi, stai semplicemente smaltendo l’adrenalina in eccesso. Pensa che fortuna, quando accade bruci tanto grasso per librare energia. Tu non lo sai, ma gli organi hanno una loro interfaccia, i muscoli. I surreni ad esempio, sono collegati a flessore dell’alluce e polpacci. Questi muscoli, nei soggetti stanchi e sotto pressione, rimangono contratti, tesi e stanchi… di notte dovresti riposare, se invece sei sotto stress e dormi male, ti alzi più volte a fare pipi. Per arrivare al bagno devi caminare e mentre lo fai, attivi ancora i surreni che si scaricano completamente. A proposito, la Tiroide, che spesso fa le bizze, è in relazione al muscolo grande rotondo che subisce il surrene quando questo è scarico dalla troppa stanchezza.
- Si capisce che non è l’emozione a “inventare” il dolore. L’emozione è il sistema di accensione, se poi mantenuta costantemente in essere, costringe il corpo a posture e movimenti errati che si fissano e producono disfunzioni croniche. Basta poco per far partire un dolore, quando gli ormoni entrano prepotentemente in circolo, attivati dalle emozioni e dalle parole che le evocano... sai che ti dico, che dato che non reggi lo stress e ti accadono tutte queste cose, se mi accorgo che ti stanno rubando la macchina non ti dico nulla. Che è meglio!
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