Alcuni giorni fa, un importante virologo, a mio parere uno dei più equilibrati, durante un’intervista raccomandava di non frequentare, spogliatoi o zone affollate dopo l’allenamento. Perché dopo l’allenamento, per circa due ore si apre una finestra temporale durante la quale il sistema immunitario potrebbe essere meno reattivo e più facilmente attaccabile dai virus. Ipotesi della finestra aperta.
Avevo scritto di questa cosa a marzo in un paio di articoli pubblicati sulla stampa locale nei quali raccomandavo l’attività fisica per potenziare il sistema immunitario, ma di non frequentare i supermercati o i centri commerciali dopo allenamenti intensi...
Purtroppo, o per fortuna, sono curioso e non mi fido di nessuno, tantomeno di me stesso, e mi sono messo a fare delle nuove ricerche in questo ambito, cercando nuovi articoli scientifici. È venuto fuori che nuovi studi stanno in qualche modo confutando le ricerche passate e che la “finestra di apertura ai virus” forse è chiusa.
Cerco di spiegare velocemente e semplicemente cosa accade.
L’allenamento o la gara stimolano le difese immunitarie, i linfociti T e le cellule natural killer aumentano fino a 10 volte durante la fase di sforzo, poi al termine del lavoro fisico “spariscono” e cominciano a ricomparire due ore dopo per tornare alla normale quantità nel sangue periferico circa 24 ore dopo.
Questa “sparizione” era stata vista come una distruzione delle cellule che poi venivano sostituite in una sorta di super compensazione. Bene! Tutti eravamo contenti e bastava stare attenti a non frequentare virus nelle due ore seguenti.
Unica cosa strana era quella di pensare che fosse possibile produrre cellule in un arco temporale così stretto..
Ma forse non è così. In uno studio sui topi, si è visto che questi, sottoposti a lavoro fisico, subiscono la stessa cosa, le cellule spariscono ma non perché qualcosa le distrugge, semplicemente si spostano e raggiungono organi da proteggere, ad esempio i polmoni o aree che hanno bisogno di maggiore sostegno immunitario.
Non è una sparizione ma una semplice migrazione benefica che protegge organi specifici.
E allora? Il problema virus va cercato da un’altra parte.
Come stiamo imparando (causa covid), sono le norme igieniche che determinano salute e malattia. Lavarsi le mani, non stare in luoghi affollati, usare le mascherine, non bere da contenitori usati dagli altri, non usare asciugamani usati dagli altri, fa la differenza.
Partecipare ad un evento di massa aumenta di molto i rischi di contagio, come evidenziato prima da studi su incontri religiosi e su incontri sportivi come le maratone. Ma anche in un piccolo spogliatoio aumenta la densità degli ospiti per metro quadro, e nel suo piccolo è un evento di massa.
Prima ci si ammalava di influenza e raffreddore, ora è altro.
Ad avvalorare la vecchia tesi erano i molti casi di influenza e raffreddore che avevo monitorato nel tempo, tra maratoneti, triatleti e calciatori.
Ma il problema, come si è capito, sta da un’altra parte: oltre all’igiene personale, che pensandoci bene prima covid era scarso, rientra in questo caso anche l’alimentazione, che spesso, come ho riscontrato nell’ultimo anno, per gli sportivi pro o che si allenano come tali, risulta spesso inadeguata e incompleta.
Le carenze alimentari, quelle si, possono aprire la finestra ai virus.
Ho notato che, correggendo l’alimentazione e rendendola adeguata al metabolismo dello sport praticato, sono spariti Herpes labiali, prima presenti ad intermittenza, raffreddori e influenze. Altri fattori pericolosi sono lo stress psicologico e l’ansia, sempre durante un periodo di allenamento acuto.
Ecco perché gli atleti devono “imparare” a respirare e poi a meditare. È oramai riconosciuto che le tecniche di respirazione e di meditazione potenziano il sistema immunitario.
A volte guardiamo una cosa e vediamo solo quello che è più semplice osservare, nemmeno lo specchio è sincero al 100%.
Tornando all’attività fisica strenua, dalle ricerche emerge che ha un grosso impatto (positivo) sul sistema immunitario.
Gli effetti vanno in diverse direzioni: aumenta la protezione dai virus. Uno studio svedese riporta una maggiore resistenza alle malattie respiratorie in chi si sottopone a esercizio intenso. Uno studio diverso indica che le ore di esercizio sono inversamente correlate con le ore di malattia annue. Sui nuotatori è emersa la differenza tra livello nazionale e internazionale, dove questi ultimi si ammalano di meno rispetto ai primi che si allenano meno.
Anche gli ultramaratoneti pare perdano meno ore lavorative ogni anno rispetto agli altri. Sono più sani. E chi lo avrebbe mai detto.
Altre ricerche basate sui gruppi di età diversificata, affermano che l’attività fisica ringiovanisce il sistema immunitario.
Sembra, e questa forse è la cosa più importante di tutte, che aiuti nella prevenzione e nella cura del cancro.
Non scrivo delle IG-A presenti nella saliva perché ancora sono dati molto sensibili e poco interpretabili. Non è possibile quantificarle con precisione in rapporto alla saliva prodotta.
E non scrivo delle altre sigle che sentiamo quotidianamente in questi giorni, perché sono di altre competenze.
Però faccio un accenno ai vaccini.
In alcuni studi ( otto ricerche) è emerso che l’attività fisica migliora la risposta immunitaria data dal vaccino: IgG e IgM anti-influenzali erano più alti negli adulti attivi rispetto a quelli sedentari. Lo studio si riferiva a soggetti oltre i 62 anni di età. In un altro studio, hanno dimostrato che soggetti tra 65 e 85 anni, che hanno regolarmente intrapreso un allenamento, hanno mostrato risposte anticorpali più alte in risposta alla vaccinazione rispetto ai sedentari.
Alla fine emerge che allenarsi fa bene. Allenarsi in modo intenso e mirato funziona molto bene per salvaguardare la salute. Che i virus si contrastano anche così e non solo i virus e che a prescindere da tutto bisogna stare attenti all’igiene e evitare i luoghi affollati. L’alimentazione deve essere organizzata con attenzione per evitare carenze nutrizionali pericolose che potrebbero inficiare il sistema immunitario. Allenarsi evitando infortuni che potrebbero aprire finestre ai virus e infine combattere ansia e stress con meditazione e respirazione.
Alla prossima
foto di Pexels
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