sabato 1 maggio 2010

Proiettare la propria immagine, postura ed emozioni.

Il mio lavoro è complesso ed è anche scarsamente codificabile, a volte anche difficile da spiegare. Una delle parti più interessanti è quella dedicata alla modificazione della postura ed al rapporto di questa con le emozioni.
 Questo lavoro va ad integrare il processo di allenamento degli atleti, è il lavoro principale con i miei clienti non sportivi.

Quando lavoro sulla postura, con la mia tecnica di bilanciamento dinamico, spesso i soggetti, percependo il cambiamento, si preoccupano di come potranno apparire, dopo, agli occhi degli altri.
Questo lo noto più con le donne e gli adolescenti, meno con gli uomini che invece approfittano subito del cambiamento.

Un esempio per rendere chiaro il concetto:


Un giovane atleta, carattere introverso, ma dotato di spiccata intelligenza, ha una postura curva con un atteggiamento cifotico molto accentuato, ed il collo scivolato in avanti.

Ho fatto due mini sedute  ad integrazione del normale allenamento.

Alla seconda seduta, quasi alla fine, mi chiede:

 “Ma prof, io ora rimango in questo modo?” Che vuoi dire? rispondo io.

“Così mi sento più alto, dritto, sto respirando meglio, però non sembrerà agli altri che me la tiro troppo?”


Effettivamente la postura era radicalmente cambiata, anche in viso, l’espressione era più serena ed il movimento più sciolto.

La mia risposta lo ha rassicurato un pochino, ma non del tutto; ho completato la sessione chiedendogli di pensare ad alcune emozioni che sono proprie della postura che aveva ritrovato in quel momento, poi, ridendo  è uscito dalla palestra e si avviato a completare l’allenamento.

 Al termine, mi ha riferito  che provava pesantezza alle spalle. In effetti ora le scapole non erano più “alate” e i muscoli stavano lavorando per mantenere la postura, cosa mai fatta prima.

Il giorno dopo lo rivedo, la postura è ancora buona, mi dice che anche da seduto fa fatica a tornare come prima e che anzi a stare dritto ci ha preso gusto. A casa, gli hanno chiesto ( naturalmente contenti) se era stato assunto da qualche agenzia di Bodyguard, tanto era dritto e  impettito.

Dalle perplessità del ragazzo, si evince che anche la postura è legata in parte al contesto  sociale, l’apparire curvi piuttosto che diritti, importa poco, perché come nel regno animale la postura identifica gli elementi del branco/gruppo e cambia con il cambiare dello status all’interno del gruppo. Il suo timore era comprensibile, tutti identificavano la sua sagoma e ora questa cambiava, e con la sagoma cambiavano anche i suoi rapporti con l’ambiente.

La postura è legata alle emozioni, non possiamo lavorare sulla postura senza tenerne conto!

Molte donne, incontrano problematiche simili, stare diritte e mantenere il mento parallelo al suolo significa mostrare il seno e questo  è associato a determinati stati d’animo. Mentre gli uomini ricercano questa postura, per parecchie donne è difficile.

Quante ragazzine in età puberale si curvano sempre di più, cifotizzando la colonna dorsale mano a mano che aumenta il seno? Questo cambiamento della colonna vertebrale avrà poi le sue conseguenze.

Molte mie clienti, di tutte le età hanno manifestato questo “problema”.


 Quello che spiego, e che poi avviene con regolarità, è che il cambiamento posturale ed emotivo,  non è un cambiamento forzoso, imposto, una sorta di armatura di contenimento.

É invece una armonizzazione, e come ogni struttura armonica ed elegante non sarà mai percepita come innaturale. 

A differenza di chi ostenta posture non sue solo per apparire.

Non possiamo dividere la postura che “indossiamo” dalle emozioni.

La postura e il suo cambiamento sono ottimi elementi per una riflessione.

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