Passa ai contenuti principali

Valutazione e distribuzione del carico, settore giovanile.

Nei settori giovanili dell’atletica leggera e di altri sport individuali l’individuazione del carico fisico adatto ad allenare qualsiasi sia la fascia d’età è relativamente più semplice.
Distanze da percorrere,
tempi, quantità di esercizi (lanci, balzi) sono individuati un po’ per prassi ed in parte per studio, test fisici e antropometrici.

Nei giochi sportivi è molto più difficile trovare soluzioni che creino un rapporto carico/prestazione ottimale, in alcuni sport più che in altri, il calcio ad esempio, può diventare terreno fertile per i metodologi proprio per le difficoltà intrinseche dell’attività i questione.

Analizziamo alcuni dei fattori limitanti.

  • La gestualità base del calcio non è presente in natura, nel senso che il calciare, controllare la palla ecc. non sono movimenti abitualmente ripetuti se non all’interno della disciplina.

  • I muscoli coinvolti sono molti, e per tornare al punto precedente, molte volte non sono pronti al tipo d’azione da compiere.

  • Le superfici utilizzate, anche se le più comode, creano anch’esse dei sovraccarichi mal sopportati dalle strutture muscolo tendinee.

  • La capacità di forza fisica, in rapporto all’età ed al tipo di attività non è sempre adeguata alla richiesta.

  • La variabilità dei gesti per garantire il controllo e la propulsione dell’attrezzo e del corpo è talmente alta da utilizzare muscoli deputati ad altro scopo, un esempio sono i muscoli flessori della coscia e gli adduttori.

  • In natura i flessori non lavorano in modo separato dagli adduttori, ma a seconda la posizione del ginocchio e dell’anca possono diventare ausiliari dell’adduzione e dell’abduzione, così pure gli adduttori a volte concorrono chon alcune fibre nella flessione della coscia. (Kapanjii vol III°),

  • I nuclei di accrescimento di anca, iliaco, ginocchio sono fortemente sollecitati dalla disciplina.

Potremmo continuare ad elencare fattori limitanti, e magari lo faremo in seguito, cominciamo a dare un’indicazione su come distribuire il carico.

Distribuzione del carico.

In atletica leggera hanno le distanze, nel calcio sarebbe troppo semplice e poco redditizio basare parte degli allenamenti in questo direzione, sottrarremmo agli atleti delle possibilità di padronanza tecnica e tattica. Il primo passo da fare e creare un programma di carico progressivo.

La progressione del carico si può raggiungere da diverse direzioni.

  • La riduzione dell’area di gioco per singola esercitazione , e suo ampliamento progressivo da programmare nell’arco di settimane o mesi, è un modo per ottimizzare il rapporto prestazione spazio.

Da aggiungere a:

  • Istruzione tecnica a bassa intensità, utilizzando mezzi di comunicazione ed insegnamento diversi. La bassa intensità, intesa come velocità esecutiva scarsa accoppiata a recupero ampio, permette una focalizzazione da parte dell’atleta sia del gesto che del tipo di azione, permette un adattamento progressivo della struttura al gesto. Tempo di allenamento ampio.

  • Ripetizione del gesto ad intensità crescente, con recuperi ampi. Una volta acquisito il gesto, si provvede ad aumentare la velocità di esecuzione mantenendo recuperi molto ampi. Tempo di allenamento, medio.

  • Ripetizione del gesto ad alta velocità ed ad alta frequenza, riduzione dei recuperi. Fissazione del gesto tramite ripetizioni ad alta frequenza. (recupero scarso. Tempo di allenamento, breve.

  • I tre passaggi sopra esposti, si basano sul principio dell’errore, quando c’è l’errore ripetuto l’esercitazione non è calibrata, la progressione: istruzione, velocità, ripetizione è bloccata in caso di errore ripetuto. Bisogna fare un passo in dietro e calibrare l’esercitazione ad un livello più basso.

Identifichiamo l’errore. L’errore non è solo tecnico, ma può essere posturale, coordinativo ecc. Un controllo del corpo e dell’attrezzo al limite è un indicatore di limite del carico fisico.


Per il momento mi fermo qui, c’è già molto su cui ragionare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Crampi e contratture ai polpacci, recupero rapido.

Sono sempre in  parecchi quelli che mi chiedono cosa fare con  le contratture ed i postumi dei crampi ai polpacci.  I commenti sono: ho i polpacci di pietra , si sono induriti improvvisamente e così sono rimasti, li ho completamente contratti, ho avuto una distrazione di 9 mm ..  Ecc.   Ecco alcuni semplici consigli per recuperare prima questa fastidiosa evenienza. E' d'obbligo il controllo medico, ecografia o RMN, vedrà lui cosa fare, ma va fatto, poi se tutto è ok, puoi procedere con le mie info. Questo perché, se pensi di fare da solo, di decidere di cosa si tratta, sei nel immerso letame fino al collo, è sono stato gentile.  Le cose da fare N° 1, scaricare la catena miofasciale posteriore , basta mettere un piede su una pallina di gomma dura, molto  dura e fare scorrere la pianta per una decina di minuti, e così si ottiene un piccolo sbocco di tutta la catena di muscoli che parte dal piede e raggiunge il collo, con il conseguente rilassamento. N°2, La sec

Adduttori affaticati e contratti

Ritorno sull'argomento adduttori affaticati e contratti , revisionando e ripubblicando questo post, scritto nel marzo 2012. In questi giorni ho avuto modo di sentire e leggere molte “idee” sulla “gestione” di questi muscoli, e come al solito trovo delle incongruenze di natura meccanica e funzionale nei metodi di tonificazione e de-tonificazione di questi muscoli. Dicembre 2014 L'argomento interessa in particolare gli atleti, i preparatori fisici e gli allenatori.

Postura migliore e senza spendere soldi con i massaggi.

 Una postura migliore senza spendere tanti soldi è possibile basta un poco di impegno. E con questo post ti faccio un regalo che vale oro per ogni lettera scritta. Prima però leggi i 7 errori da evitare per rovinare la postura. Quando ho iniziato a fare il posturologo nella mia città, Reggio Calabria , il mio impegno era rivolto agli sportivi professionisti delle squadre con cui lavoravo. Dopo, quando ho portato "fuori" dall'ambito sportivo al mia attività ho utilizzato molte delle cose che avevo scoperto lavorando con gli sportivi.  Questa è una, i massaggi. Farsi fare i massaggi dal partner o da un amico/a o per alcune tecniche imparare a farseli da soli è un buon modo per stare bene, e per chi fa sport massimizzare gli effetti dell’allenamento. Oltre che il benessere psicofisico che ti fa raggiungere, aiuta mente e postura. Quelle che illustrerò in seguito, sono tecniche di massaggio che insegno ai miei atleti ed ai loro istruttori, o ai miei clienti e a