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Il riflesso da serramento

 C’è un riflesso che può mettere a  repentaglio prima il tuo benessere e poi la tua salute,  ed è uno   dei riflessi meno conosciuti nonostante sia il più pericoloso. È il riflesso da serramento occlusale (clenching). Questo riflesso  é talmente subdolo che spesso non viene considerato nemmeno come un riflesso, eppure è quello che può crearti più problemi in assoluto. 


Se osservi con attenzione la mimica delle persone, e provi a  percepire i muscoli del tuo viso, ti accorgi che  il serramento occlusale è un riflesso molto comune; infatti, ora che ti ho fatto pensare, è possibile che tu ti accorga di serrare i denti o quantomeno di averli a contatto. Puoi  notarlo anche quando qualcuno, in modo inconsapevole, contrae i muscoli del viso e del collo perché è concentrato, o sta facendo uno sforzo fisico, o è adirato, o è impaurito. 

Se io domando a queste persone se serrano  i denti, mi rispondono  quasi tutti in modo negativo, sono talmente abituati da esserne inconsapevoli. Poi dico loro di  pizzicare alcune parti del viso e delle tempie,  e per reazione producono una smorfia patognomica provocata dal dolore.

Il serramento è un riflesso primario, simile a quello tendineo, solo che in questo caso non è il martelletto del medico a colpire il tendine rotuleo o il tendine di Achille,  ma  è  qualcosa che turba il soggetto, o genera un senso di pericolo, o di rabbia, o, ancora, uno sforzo fisico o intellettuale. Questo riflesso diventa un’abitudine costante e può essere sempre presente anche di notte. Addirittura durante le mie valutazioni, orientate ad altri scopi,  ho notato che a questo riflesso spesso se ne associa un altro, un riflesso primario moderno, dell’ultima ora, il riflesso da “notifica”,  come evidenziato da Gazzaley e Rosen (2016). Il telefono emette un suono e la persona reagisce, aprendo un circuito neuro ormonale e serrando per un attimo la mandibola. E pensare che sulle trireme romane e sulle galee veneziane i rematori erano dotati di un pezzo di cuoio da stringere tra i denti nei momenti di massimo sforzo.


Nonostante questo,  devo avvisarti che serrare i denti non è un’attività innocua, tutt’altro, intanto serrare i denti attiva un circuito muscolare molto preciso:  massetere - temporale - SCOM (sternocleidooccipitomastoideo) scaleni e trapezio. Per alcuni l’unico muscolo interessato è lo SCOM, purtroppo questa è una visione limitata della funzione muscolare che non è isolata ma   si sviluppa tramite sequenze - catene - di muscoli che si attivano a secondo del circuito funzionale dedicato e spesso generato dalla situazione in corso Busquet (2002). Addirittura se vogliamo andare oltre, in questo momento sto studiando alcuni casi di atleti dove ho trovato relazioni, tra muscoli molto distanti tra loro, tanto da mettere in comunicazione disfunzionale  l’articolazione dell’anca e l’articolazione  temporomandibolare o, ancora meno scontato,  occhi  e tendinopatia dell’Achilleo e  artrosi dell’anca. Studiando le teorie di due diverse scuole di medicina cinese ho scoperto che una di queste identifica in un punto specifico una proiezione del tendine d’Achille e un’altra collega lo stesso punto ad alcuni disturbi dell’occhio. Facendo dei test molto semplici  ho visto che effettivamente stimolando il punto si bilanciavano entrambi gli organi, cosa che comporta una relazione molto forte tra le parti.



Se vuoi capire come funziona quella che chiamo io la “morsa cervicale”,  immagina la disposizione della catena muscolare che ho indicato prima oppure guardala  su un atlante di anatomia, così puoi osservare che in mezzo c’è la colonna cervicale, che viene compressa, strizzata e slittata ogni volta che si attiva il serramento. A questo aggiungi che per mantenere lo sguardo orizzontale spesso si proietta il capo in avanti, distendendo la curva cervicale e il gioco è fatto, ed ecco osteofiti, protrusioni, ernie  ecc. 

Pensa che la maggior parte  delle cervicalgia ad origine mattutina, quelle che non permettono un riposo ottimale e sono causa di risveglio anticipato per via del dolore al collo, sono cervicalgie ad origine occlusale, che dobbiamo differenziare da quelle di tipo oculare che presentano l’insorgenza dei fastidi al collo in prossimità del vespero, nei cambi di luce, o per esposizione a luci artificiali inadeguate. Ho lavorato spesso con atleti praticanti di e-sports e questi hanno spesso questo tipo di disturbo.  Nelle vertigini accade qualcosa di simile, dove però bisogna distinguere attentamente le relazioni tra il serramento e l’orecchio interno e allo stesso tempo l’attività dei canali semicircolari dell’orecchio e le relazione  tra muscoli suboccipitali e  muscoli dell’occhio, in questo caso sono prevalenti le origini oculari della vertigine, che anche in questo caso trovo nei praticanti di e-sports le principali vittime.


Altro muscolo che entra in attività  per ragioni diverse è il piccolo pettorale. In un colloquio che ebbi con il Dottor Meersseman ( 2009), durante una visita a Milanello, visita dovuta all’interessamento dell’allora  presidente della Reggina calcio: Pasquale Foti, società con cui allora operavo praticamente H 24. Il dottor Meersseman mi disse che una delle ragioni del serramento erano dovute ad uno spasmo del piccolo pettorale che aveva come risultato finale  la chiusura dello stretto toracico superiore, cosa che  di notte limitava gli scambi tra cranio e torace costringendo il soggetto a stringere e masticare i propri denti per creare movimento e circolazione. Questa spiegazione mi ha dato conforto su una parte del problema e in particolare sul digrignamento (grinding), meno sul serramento (clencing), che  io valuto come due attività differenti anche se normalmente sono accomunate sotto il termine generico di bruxsismo.


Il serramento interessa l’attività del quinto nervo cranico, il trigemino, che collegato al nervo vago,  partecipa sia come co-attivatore che come vittima del serramento. Noto  spesso che  molte persone, che hanno serrato per anni, soffrono di problemi alla branca oftalmica del trigemino. Pensare che questa sia sovrastimolata  dal continuo serrare è molto vicino alla  realtà dei fatti. Tornando al trigemino, Porges (2014, 2018, 2020), nella sua teoria polivagale, ha evidenziato come il sistema vagale e il sistema simpatico siano attivatori emozionali, tanto da costituire un circuito che in qualche modo anticipa o modula l’attività della corteccia nella predizione degli eventi basata sugli stimoli esterni ed interni al corpo: neurocezione e interocezione. Un sottosistema del sistema nervoso autonomo, il ventrovagale con origine nel nucleo ambiguo  è correlato alla frequenza cardiaca, alla vocalizzazione e  ai muscoli mimici. La branca ventrovagale, esclusiva dei mammiferi, definita la branca dell’ingaggio  sociale, della relazione con gli altri e con se stessi, è  la via che porta all’annullamento del riflesso da serramento provocato dal sistema simpatico,  che in situazioni di allarme interviene con la reazione di difesa o fuga, che ha proprio il serramento occlusale e l’irrigidimento corporeo come prima scelta, tutto questo a sua volta ha una relazione con la frequenza cardiaca e con la pressione arteriosa. Ogni volta che si serra si possono provocare  dei picchi pressori, specie di notte: é stato calcolato che un minuto di serramento occlusale comporta un aumento della pressione di circa 6 mm di mercurio. Mentre, una situazione ottimale del funzionamento del  “freno del vago” porta ad una riduzione della frequenza cardiaca quando questa è alterata dal sistema simpatico. 


Il serramento, come dicevo all’inizio, crea parecchi disturbi, la tendenza comune per ovviare a questa cosa   è usare delle ortesi mobili. Lo scopo delle ortesi è decontrarre la muscolatura e in alcuni casi portare l’occlusione ad un equilibrio  funzionale.

Funzionano? In parte. Intanto se fatte bene  proteggono i denti,  poi  se il progetto ortesico è ben studiato e progettato possono migliorare l’allineamento occlusale; sull’effettiva rieducazione al serramento ho qualche dubbio, che mi auguro sia fugato da chi ha ottenuto esperienze in tal senso. Su circa mille atleti visti in questi anni  provvisti di bite occlusali, solo il 20% ne traeva effettivamente beneficio e di questi solo i 5% aveva tratto benefici a lungo termine, segno di due cose: non tutti i progetti sono mirati all’obiettivo prestazione; il tempo modifica i rapporti articolari e richiede una revisione dell’ortesi.

Per la mia esperienza in questo ambito un ottimo sistema per diminuire e annullare il serramento è l’uso di tecniche di presa di coscienza associate a  tecniche di respirazione opportunamente adattate al singolo individuo, eventualmente associate a tecniche che prevedano l’attivazione di riflessi che contrastino o meglio “allarmino” quando si verifica il riflesso da serramento. 

Per concludere,  bisogna insegnare agli atleti e non solo a loro,  tecniche di gestione  del riflesso da serramento  (clenching) perché la sua attività protratta nel tempo è solo la punta terminale di una problematica molto più ampia. Questo riflesso diventa una fonte di dispendio energetico a basso regime che oltre a diminuire la qualità del riposo tiene attivi circuiti ormonali che devono essere usati solo al momento giusto. E’ possibile che il serramento attivi un circuito dopaminergico simile a quello dell’ansia,  Brewer (2021) che, se vogliamo connotarlo ad una forma geometrica può essere simile a un triangolo composto da  un lato che rappresenta l’input, da un lato che rappresenta la risposta compensativa, e dal terzo lato che rappresenta il rilascio di dopamina. Come si capisce, la dopamina, ormone piacevole specie dopo uno sforzo, attiva la reiterazione del tipo di risposta dato dall’input. In questo caso i soli 18 minuti di serramento concessi ogni giorno ad ognuno di noi  Bricot (1998) diventano molti di più con tutte le conseguenze possibili.


 Gaetano Rosace esperto di prestazione sportiva e vitale

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