lunedì 16 aprile 2012

Ancora Pubalgia

 alzati
rialzati! 

Ancora pubalgia, ricevo molte mail sull’argomento, e capisco bene il perché, intanto perché ci sono passato, molto tempo fa quando gareggiavo per il centro sportivo dell’Aeronautica Militare, ed è stata un’esperienza drammatica a tutti gli effetti finchè non ho risolto la pubalgia, poi perché ogni anno lavoro con tantissimi clienti che arrivano al mio studio disperati, per i tanti mesi di stop.
Di seguito alcuni  stralci delle mail e qualche considerazione che spero possa essere utile.
Ho eliminato i nomi e i riferimenti per ragioni di privacy .


“Ho 50 anni Gioco a Tennis  in estate anche tre-quattro volte alla settimana, in inverno una/due volte.Pratico un gioco abbastanza intensivo e non mi risparmio molto..............Ho giocato un doppio un po' intenso e l'indomani ....altro doppio che è stato altrettanto intenso ......Avevo abbastanza male alle gambe, per il giorno prima ma dopo il riscaldamento tutto è passato e ho giocato una bella partita............Arrivato a casa ho fatto già molta fatica a salire le scale, l'indomani in ufficio mi sentivo poco bene e faticavo molto a camminare. Sono rientrato a casa a metà giornata e mi sono messo a letto, probabilmente l'infiammazione mi aveva fatto venire anche la febbre e pensavo di avere l'influenza.
Nei tre giorni successivi il dolore è talmente peggiorato che non riuscivo più a muovermi ero praticamente bloccato nel letto. Non potevo dormire il minimo movimento mi dava dolori pazzeschi al pube e a tutta la zona inguinale e rettale.
Ho preso qualche antiinfiammatorio e dopo alcuni giorni sono andato a farmi visitare ..... Camminavo a fatica con le stampelle.  Diagnosticata una pubalgia acuta mi hanno dato una cura a base di Cortisone e Muscoril. Ho fatto circa 6 iniezioni di cortisone da 4 cc. Dopo circa 10 giorni ho potuto fare a meno delle stampelle e dopo circa un mese il dolore era completamente passato.
Mi sono rifatto vedere dall'ortopedico il quale visto il grande miglioramento mi ha detto che avrei potuto provare a giocare un doppio. Io subito non me la sono sentita, ho cominciato con qualche passeggiata sempre più lunga .........Poi ho provato a fare un doppio di 1 ora molto leggero e mi sono mosso bene senza dolore.  Il giorno dopo però il dolore è tornato, inizia con un dolore muscolare all'interno della coscia circa a metà degli adduttori, da tutte e due le parti ma più intensamente dalla parte destra. Dopo il dolore si sposta verso l'inguine per raggiungere il pube e la zona rettale............”

  “Soffro di pubalgia,che si e' verificata dopo alcuni mesi dal parto...credo si sa scatenata a causa di estenuanti camminate con il passeggino per ritornare in Forma........................i miei sintomi sono: tensioni tra
inguine e pube, con dolori interni al pube che si irradiano alla bassa schiena..”

“ho 16 anni e pratico pugilato e a alcuni mesi fa ho accusato un dolore in zona pubica sinistra a seguito di un salto senza riscaldamento. Sono stato fermo circa un mese,e sono tornato ad allenarmi senza dolore,ma dopo aver corso per un poco (anche troppo dopo il mese di stop) ho sentito la solita zona pubica tirare.Ho continuato gli allenamenti.Verso l'inizio dimarzo ho però fatto un allungo e il dolore si è irradiato all'adduttore e addome. Inizialmente il dolore era talmente forte da causarmi un forte zoppicamento.La fisiatra valutando l'ecografia mi ha diagnosticato una tendinite inserzionale e mi ha prescritto uno stop fino al termine dei dolori. Ora sono fermo da un mese e il dolore è notevolmente migliorato (la gamba mi dà fastidio solo occasionalmente) anche se a volte avverto un leggerissimo fastidio anche nella zona pubica destra............................................ P.S. L'addominale basso al tatto mi sembra più corto nella zona dove mi è stata diagnosticata la pubalgia.!”


“Salve sono una podista di 43 anni .................. ho corso 4 maratone, molte mezze e tante 10Km...da circa 6 mesi sono afflitta da una pubalgia all'inguine sinistro e basso addome...tutto questo dopo una bruttissima distorsione alla caviglia destra avvenuta esattamente un anno fa....ora sto andando da un fisioterapista che mi tratta pratica delle manovre di stretching...ho anche preso degli antinfiammatori ma non hanno prodotto grossi risultati.......”


Ho scelto queste mail tra le altre perché rispondono pienamente alla caratteristica principale della pubalgia, e cioè avere più possibili cause scatenanti con una base comune (secondo me) e raccogliere sotto questo termine situazioni simili ma che necessitano trattamenti differenti. I quattro lettori sono molto diversi tra loro per età, sesso, sport praticato ecc. Eppure tutti e quattro sono finiti in questo vortice chiamato pubalgia.

Il mio approccio si sarà capito, non è rivolto alla patologia, di questo, con alterne fortune già si occupano medici e fisioterapisti. Io mi occupo della persona e quindi ho una visione diversa, globale orientata al benessere e non alla malattia.
Alcune note:
Su tre soggetti su quattro risalta il tentativo di rientrare rapidamente in forma senza adeguata riatletizzazione.
Due soggetti su quattro non erano pronti (fisicamente) ad affrontare un carico fisico importante.
Uno, ha avuto come effetto scatenante un trauma articolare all’arto inferiore
Uno ha avuto come causa scatenante un trauma muscolare.

Esiste però una linea comune tra i quattro “casi”?

Si, il problema non si è verificato per fatalità, ma perché erano già presenti i presupposti per crearlo. Si erano create le condizioni posturali che mantengono vivo il problema.
Se un problema fisico non guarisce con le terapie, significa che è mantenuto in vita dalla postura, o meglio dalle compensazioni che la rendono una
cattiva postura.

Ogni volta che valuto un soggetto con determinate caratteristiche che definisco “pre- pubalgiche” trovo “rotture” nelle linee di tensione che il corpo sfrutta per reagire alla gravità e mantenere la postura eretta. Quando non si recuperano queste rotture, le tensioni non saranno scaricate al suolo e disperse ma si concentreranno su pube e dintorni, non facendolo guarire.
Per ovvie ragioni, non posso parlare in questa sede di quali siano le linee di tensione interrotte.

Premesso che se dovessi seguirli io userei userei quattro protocolli differenti, estremamente personalizzati, ma  cosa possono fare i nostri amici?

Cominciamo con cosa non fare.

Non bisogna potenziare il retto dell’addome, le linee guida che indicano questa strada sono frutto di pensieri vecchi, basati sul “tutto è debole” e non fanno altro che aumentare il problema. Si possono fare addominali, ma non i tradizionali crunch e le torsioni.
Non bisogna fare riposo assoluto, questo di riposare fino alla guarigione è un giusto consiglio dato dai medici, che non avendo anche fare con professionalità adatte preferiscono bloccare attività potenzialmente iatrogene, però, se lo stop assoluto è stato lungo, il rischio di ricadute quando si inizia nuovamente è alto.

Cosa fare?
  1. Sistemare per prima cosa il trauma scatenante, come una macchina non può andare in giro con una ruota bucata non si può andare in giro con una caviglia in disordine o un trauma muscolare non guarito. Quindi lavoro e terapie specifiche.
  2.  Ginnastica propriocettiva per recuperare l’equilibrio. Tanta, anche ore. lo raccomando alla Runner
  3. Allungare l’addome e separare il lavoro del retto dell’addome da quello dello psoas e dell’iliaco. Questi muscoli hanno scopi differenti e devono lavorare separati. Ha visto giusto il giovane pugile, è probabile che ci sia un accorciamento funzionale sul suo retto dell’addome. 
  4. Lavorare sulla respirazione, serve più di quanto si possa pensare.
  5. Allungamento globale, bene il lavoro che sta facendo la nostra amica maratoneta se è di questo tipo. Ricerca e soluzione di tutte le tensioni muscolari che si presentano durante il lavoro.
  6. Allenarsi in modo blando ma farlo, facendo altre attività; ad esempio,  ho creato un lavoro ad ok da fare in piscina, ma si possono fare altre cose, bici, andature, ginnastiche di movimento naturale ecc.
  7. Dieta antiinfiammatoria, è fondamentale per velocizzare il recupero e migliorare la condizione di un’area dotata di una vasta rete linfatica.

Ogni attività deve essere però codificata e controllata costantemente, non improvvisate, non esagerate e quando tutto sarà sparito, preparatevi bene prima di affrontare i vostri sport preferiti, affidatevi a professionisti esperti.



Spero di essere stato utile, e tu come affronteresti questo problema?

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