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Tutta la verità sulla camminata brucia calorie seconda parte

 

 

Seconda parte. Continua dal post precedente.

 

il titolo di oggi potrebbe essere: come consumare più calorie in meno tempo.

 

 


 

 

Oggi ti racconto cosa hanno scoperto su questo argomento Anna e le sue sorelle gemelle.

 

Anna, lo avrai capito dall’episodio precedente, è sempre più agguerrita vuole migliorare ulteriormente con la camminata risparmiando più tempo possibile.

 

Sa che Pina consuma più di lei perché pesa 10 kg in più e pensa di utilizzare una zavorra di 10 kg per ottenere lo scopo.

 

Studiando ha compreso che così facendo non consumerà solo il 17% in più come se pesasse 70 kg ma porterà il consumo totale intorno al 30%. Circa 470 kcal.

 

Questa cosa la entusiasma perché comincia a pensare di camminare tutti i giorni per meno tempo, aumentando la densità di allenamenti per settimana, infatti con la zavorra avrà un risparmio di tempo di circa 40 minuti per consumare all’incirca le stesse calorie di prima.

 

Inizia e dopo qualche giorno si rende conto di un paio di cose:

 

la prima: ha dolori muscolari sparsi, perché portare un peso extra corporeo fa lavorare più intensamente i muscoli di gambe e schiena.

 

La seconda: ha mal di schiena al risveglio.

 

Anna  chiede consiglio alle sorelle e mentre Pina ridacchia, Gesualda le risponde: sarà lo zaino?

 

E li Anna realizza che lo zaino non è il modo migliore per ottenere lo scopo, perché è difficile da gestire e la costringe a stare inclinata in avanti.

 

Inizia ad usare una zavorra meglio distribuita e le cose migliorano.

 

Poi percepisce  che deve cambiare postura per non appesantire la schiena e ginocchia, e chiede aiuto ad un esperto di postura, un’ amico di Gesualda,  che prepara anche camminatori per il cammino di Santiago e questo le spiega come fare a gestire meglio la zavorra.

 

Le cose vanno molto meglio.

Anna ancora vuole migliorare ulteriormente il suo rendimento durante la camminata.

 


Leggendo i  libri di fisica di quando andava a scuola, e soffermandosi in particolare sul secondo principio della termodinamica, capisce che deve diventare una macchina che spreca tanta energia e che l’attrito può essere la chiave del consumo energetico.

 

Inizia a camminare controvento, ma il vento non è una forza costante, quindi abbandona l’idea.

 

Le viene in mente un  racconto che le faceva un suo amico, un ex marciatore:

 

negli anni 80 la marcia mondiale era dominata dai marciatori messicani, questi erano allenati da un coach polacco, tale Hausleber. Periodicamente questo li portava  in altura a La Paz in Bolivia, e qui si allenavano a 4000 metri di quota.

Quando tornavano alle loro quote "normali" (Mexico City è a 2000 metri di quota)  avevano sempre le cosce più grosse.

Inizialmente, dato che gli studi in materia erano scarsi, si pensava ad un effetto dell’ipossia da alta quota, poi si capi che la causa era più semplicemente da attribuire allo sterrato morbido su cui si allenavano per tantissime ore al giorno.

 

Nelle zone di allenamento allora non c’era asfalto.

 

Anna così decide di camminare per dei sentieri sabbiosi  così da  consumare di più rispetto a quanto consuma sull’asfalto.

 

Inizialmente Anna punta a camminare sulla sabbia per 60 minuti, e così facendo ottiene una ulteriore importante riduzione del tempo di camminata, consumando circa 300 kcal l’ora.

 

I primi giorni Anna non riesce a camminare molto veloce, sprofonda nella sabbia, ma sa che appena sarà in grado di camminare a più  5 km/h, magari a 6 km/h, potrà ridurre a 45 minuti il suo allenamento.

 

Galvanizzata dai successi Anna inizia a studiare con passione, continua a leggere i libri di fisica di base e comprende meglio alcuni meccanismi.

 

Capisce che a differenza di un’atleta che deve consumare  meno lei (ottimizzando il gesto) come accadeva a Gesualda nel primo episodio, deve escogitare modi per consumare di più.

 

Ora   dopo aver usato  la velocità, la zavorra e il maggiore attrito della sabbia, quello che le viene in mente è la salita.

 

Qui Anna scopre che camminando su salite molto ripide, con pendenze del 15%,  può più che raddoppiare  il suo consumo calorico rispetto a quello che  produce  camminando in pianura. A conti fatti può consumare anche 440 kcal l’ora, tanto da  ridurre il tempo di allenamento a 40/45 minuti. Però, in questo caso, capisce che se vuole ottenere lo scopo deve farlo in palestra, perché se cammina su un treadmile deve fare solo la salita, se invece vuole andare per colline il tempo  raddoppia perché c’è da fare anche la discesa.

 

Anna è felice ma ancora una volta si sveglia con il mal di schiena.

 

E ora cos’è successo? 

 

Semplice, le risponde Gesualda:  camminare in salita comporta una diversa inclinazione del busto in avanti per compensare l’inclinazione del pavimento, questo attiva la muscolatura paravertebrale e i legamenti gialli, tanto da farli diventare ipertrofici, e così facendo schiaccia i dischi intervertebrali. 

 

Che fare? Anna si rivolge all’esperto di postura e preparazione, che già aveva contattato precedentemente, che le dice cosa fare.

 


Anna, grazie ai consigli del posturo preparatore, ora riesce ad allenarsi tutti i giorni, al momento pesa 55 kg, e pure senza che queste se ne accorgessero ha fatto perdere peso pure alla Pina e a Gesualda, ma oramai, da esperta in materia, vuole approfondire ulteriormente e scopre  cose che possono veramente cambiare la vita passo dopo passo.

 

Questo però te lo racconto nel prossimo post.

 

 

 

 


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