Il tempo usato per raggiungere gli obiettivi è veramente utilizzato bene?
Leggendo un post di Francesco Gavello, un famoso blogger, sull’ottimizzazione del tempo mi è tornata in mente la legge 80/20 o meglio conosciuta come principio di Pareto.
Si tratta di una legge empirica usata in economia per descrivere i fattori che determinano il risultato. Il principio recita: “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause” . Secondo questo principio è il 20% del lavoro speso per raggiungere l’obiettivo ha le maggiori responsabilità nel suo raggiungimento, il restante 80% serve a cesellare il risultato.
Ragionandoci un po’ su, mi ci sono ritrovato.
Effettivamente in ogni progetto che affronto tendo sempre a finalizzare il lavoro su quello che è in nocciolo del programma. Che a conti fati ammonta al 20% del totale o al 30% massimo. Lasciando al contorno, il restante 70/80% il ruolo di completamento.

Con questo sistema ho raggiunto sempre ottimi risultati ed ho creato pianificazioni molto snelle e poco dispersive, sia che si trattasse di gruppi o semplicemente di individui.
Ogni progetto deve avere sempre una zona calda, definita dal motivo per cui la si compie e su cui si è concentrati, tutto quello che gira intorno a questa zona serve solo a migliorare il risultato.
In alcuni casi però chiedo di agire diversamente.
Se ho a che fare con colleghi dispersivi, che non possiedono ancora una conoscenza dei mezzi e delle tecniche molto approfondita, chiedo loro all’inizio di fare esattamente il contrario, e cioè che l’80% dell’esercitazione sia dedicato al “core problem” ed il 20% alle esercitazioni accessorie, poi, mano a mano che cresceranno come professionisti le proporzioni si invertiranno.
Questo avverrà solo quando si sarà in grado di focalizzare le esercitazioni sull’obiettivo da raggiungere, che a parole è semplice ma nei fatti ....
Ho notato quanto siano affascinati molti colleghi da esercitazioni molto coreografiche o di moda, ma che da sole non possono portare al risultato.
La domanda da farsi è: che tipo di lavoro bisogna compiere per raggiungere l’obiettivo? La risposta definirà il core problem.
Se non si è in grado di dare una risposta adeguata alla domanda, l’obiettivo non sarà mai raggiunto ed il tempo e le energie sprecato.
E questi principi penso valgano per ogni attività umana.
Leggendo un post di Francesco Gavello, un famoso blogger, sull’ottimizzazione del tempo mi è tornata in mente la legge 80/20 o meglio conosciuta come principio di Pareto.
Si tratta di una legge empirica usata in economia per descrivere i fattori che determinano il risultato. Il principio recita: “la maggior parte degli effetti è dovuta ad un numero ristretto di cause” . Secondo questo principio è il 20% del lavoro speso per raggiungere l’obiettivo ha le maggiori responsabilità nel suo raggiungimento, il restante 80% serve a cesellare il risultato.
Ragionandoci un po’ su, mi ci sono ritrovato.
Effettivamente in ogni progetto che affronto tendo sempre a finalizzare il lavoro su quello che è in nocciolo del programma. Che a conti fati ammonta al 20% del totale o al 30% massimo. Lasciando al contorno, il restante 70/80% il ruolo di completamento.
Con questo sistema ho raggiunto sempre ottimi risultati ed ho creato pianificazioni molto snelle e poco dispersive, sia che si trattasse di gruppi o semplicemente di individui.
Ogni progetto deve avere sempre una zona calda, definita dal motivo per cui la si compie e su cui si è concentrati, tutto quello che gira intorno a questa zona serve solo a migliorare il risultato.
In alcuni casi però chiedo di agire diversamente.
Se ho a che fare con colleghi dispersivi, che non possiedono ancora una conoscenza dei mezzi e delle tecniche molto approfondita, chiedo loro all’inizio di fare esattamente il contrario, e cioè che l’80% dell’esercitazione sia dedicato al “core problem” ed il 20% alle esercitazioni accessorie, poi, mano a mano che cresceranno come professionisti le proporzioni si invertiranno.
Questo avverrà solo quando si sarà in grado di focalizzare le esercitazioni sull’obiettivo da raggiungere, che a parole è semplice ma nei fatti ....
Ho notato quanto siano affascinati molti colleghi da esercitazioni molto coreografiche o di moda, ma che da sole non possono portare al risultato.
La domanda da farsi è: che tipo di lavoro bisogna compiere per raggiungere l’obiettivo? La risposta definirà il core problem.
Se non si è in grado di dare una risposta adeguata alla domanda, l’obiettivo non sarà mai raggiunto ed il tempo e le energie sprecato.
E questi principi penso valgano per ogni attività umana.
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