Quando si parla di tensione o fastidio alla zona lombare non si definisce un qualcosa di preciso ma semplicemente gli effetti fastidiosi di un’area sofferente, le origini di una lombalgia come viene comunemente definita, possono essere varie quindi le soluzioni altrettanto varie. In genere per dei nomali sovraccarichi funzionali le cure ortopediche e fisioterapiche bastano e avanzano, ma a volte può capitare che non sia così, specie con atleti e aspiranti tali.
Possono esserci, dicevo prima, molte origini, sempre e comunque la postura è alla base di tutto. Poi trovi altre origini, ne elenco alcune:
Origine viscerale, in soggetti con sofferenze al colon, e conseguente spasmo dell’ileopsoas che in tensione avvicina le proprie inserzioni. In soggetti con cattivo funzionamento del diaframma, ecc.
L’origine può essere podalica, un cattivo appoggio con conseguente iper-programmazione di una sequenza di muscoli.
L’origine può essere anche compensativa ad un sovraccarico per il momento silente della regione toraco-cervicale.
È possibile un’origine di tipo occlusale, ad esempio in soggetti con un morso profondo, e conseguente atteggiamento posturale derivato.
Molte lombalgie sono originate dalle emozioni, e qui ci sarebbe da scrivere un intero tomo.
Alcune problematiche sono proprie di particolari professioni o sport, ad esempio le ballerine con le loro iperlordosi, le modelle (hai presente quando in posa per foto o altro mettono in mostra il fondoschiena?) i piastrellisti, che per fare il loro lavoro portano la curva lombare i inversione, ma anche autisti, impiegati ecc.
Si le contratture lobari accomunano tutti, belle donne, lavoratori comuni e studenti.
Non parlerò della biomeccanica disfunzionale, per il momento mi interessa solo chiarire che quando si presenta un soggetto lombalgico, a cui dopo tante cure mediche e fisioterapiche non è stato ancora risolto il problema, ed il medico non avendo altre armi, se le indagini cliniche sono negative, lo manda a fare stretching, posturale, palestra generica, pilates, e altri.
Chi si accinge a prenderlo in carico deve fare molta attenzione e trattare la situazione con il massimo rispetto.
Bisogna pensare che il problema non è quasi mai dove si manifesta, specie se non sparisce con farmaci e fisioterapia.
E se ci si mette a fare ginnastica posturale, stretching ed altra attività basandosi solo sulla posizione che assume la colonna lombare nelle tre dimensioni dello spazio si fa un errore grossolano.
Quello è solo il punto di arrivo, per cominciare bisogna fare la valutazione, i piedi sono in appoggio esterno o interno? La colonna lombare e appiattita o molto curva? Le scapole addotte o abdotte? La testa in che posizione è? La respirazione è di tipo inspiratorio o espiratorio?
A valutare queste piccole cose ci si impiega 5 minuti dopo di che già si ha un’idea da dove iniziare, e la regola è:
Lavora prima lontano dall’area bersaglio, poi vai sull’area bersaglio, ed infine vai di nuovo lontano dall’area bersaglio. Il cliente deve lavorar in assoluto confort ed equilibrio.
Essendo l’insieme maggiore delle parti non si può prescindere dall’armonizzare l’intero corpo.
Andare a lavorare sull’area colpita dal sovraccarico può danneggiare ulteriormente le strutture, già sotto continuo stress.
Chi non ha il compito di guarire ma solo di essere custode della salute e della performance vitale deve avere una maggiore attenzione a preservare l’integrità strutturale. I vecchi concetti di allungare, rafforzare ecc. fanno parte del passato, bisogna usare la testa e il rispetto delle strutture, può significare dare il benessere ad un soggetto normale o allungare la carriera ad uno sportivo.
Se la lordosi dovesse essere eccessiva, la prima ipotesi è quella di appiattirla allungandola magari con delle posture a squadro.
Errore, non funziona sempre così, bisogna capire, prima di iniziare, da cosa è generata la lordosi e dove si localizzano le maggiori rigidità. Forse la lordosi in quel momento ci deve essere perché ha uno scopo funzionale all'nterno dell'intera struttura, e limitarla può modificare la struttura complessiva in modo da generare altri problemi.
Stesso discorso se la lordosi dovesse essere appiattita, cercare di ripristinarla correttamente potrebbe creare molti problemi.
La logica vuole un progetto che tenga presente le necessità del cliente al momento e quelle future. Un piano di lavoro che permetta al cliente di trovare il suo equilibrio lontano dal sovraccarico.
A volte basta poco, un bite, un paio di solette posturali, spesso non bastano, allora devi lavorare assieme al cliente per cercare la soluzione di un rebus di cui solo lui conosce i termini.
Possono esserci, dicevo prima, molte origini, sempre e comunque la postura è alla base di tutto. Poi trovi altre origini, ne elenco alcune:
Origine viscerale, in soggetti con sofferenze al colon, e conseguente spasmo dell’ileopsoas che in tensione avvicina le proprie inserzioni. In soggetti con cattivo funzionamento del diaframma, ecc.
L’origine può essere podalica, un cattivo appoggio con conseguente iper-programmazione di una sequenza di muscoli.
L’origine può essere anche compensativa ad un sovraccarico per il momento silente della regione toraco-cervicale.
È possibile un’origine di tipo occlusale, ad esempio in soggetti con un morso profondo, e conseguente atteggiamento posturale derivato.
Molte lombalgie sono originate dalle emozioni, e qui ci sarebbe da scrivere un intero tomo.
Alcune problematiche sono proprie di particolari professioni o sport, ad esempio le ballerine con le loro iperlordosi, le modelle (hai presente quando in posa per foto o altro mettono in mostra il fondoschiena?) i piastrellisti, che per fare il loro lavoro portano la curva lombare i inversione, ma anche autisti, impiegati ecc.
Si le contratture lobari accomunano tutti, belle donne, lavoratori comuni e studenti.
Non parlerò della biomeccanica disfunzionale, per il momento mi interessa solo chiarire che quando si presenta un soggetto lombalgico, a cui dopo tante cure mediche e fisioterapiche non è stato ancora risolto il problema, ed il medico non avendo altre armi, se le indagini cliniche sono negative, lo manda a fare stretching, posturale, palestra generica, pilates, e altri.
Chi si accinge a prenderlo in carico deve fare molta attenzione e trattare la situazione con il massimo rispetto.
Bisogna pensare che il problema non è quasi mai dove si manifesta, specie se non sparisce con farmaci e fisioterapia.
E se ci si mette a fare ginnastica posturale, stretching ed altra attività basandosi solo sulla posizione che assume la colonna lombare nelle tre dimensioni dello spazio si fa un errore grossolano.
Quello è solo il punto di arrivo, per cominciare bisogna fare la valutazione, i piedi sono in appoggio esterno o interno? La colonna lombare e appiattita o molto curva? Le scapole addotte o abdotte? La testa in che posizione è? La respirazione è di tipo inspiratorio o espiratorio?
A valutare queste piccole cose ci si impiega 5 minuti dopo di che già si ha un’idea da dove iniziare, e la regola è:
Lavora prima lontano dall’area bersaglio, poi vai sull’area bersaglio, ed infine vai di nuovo lontano dall’area bersaglio. Il cliente deve lavorar in assoluto confort ed equilibrio.
Essendo l’insieme maggiore delle parti non si può prescindere dall’armonizzare l’intero corpo.
Andare a lavorare sull’area colpita dal sovraccarico può danneggiare ulteriormente le strutture, già sotto continuo stress.
Chi non ha il compito di guarire ma solo di essere custode della salute e della performance vitale deve avere una maggiore attenzione a preservare l’integrità strutturale. I vecchi concetti di allungare, rafforzare ecc. fanno parte del passato, bisogna usare la testa e il rispetto delle strutture, può significare dare il benessere ad un soggetto normale o allungare la carriera ad uno sportivo.
Se la lordosi dovesse essere eccessiva, la prima ipotesi è quella di appiattirla allungandola magari con delle posture a squadro.
Errore, non funziona sempre così, bisogna capire, prima di iniziare, da cosa è generata la lordosi e dove si localizzano le maggiori rigidità. Forse la lordosi in quel momento ci deve essere perché ha uno scopo funzionale all'nterno dell'intera struttura, e limitarla può modificare la struttura complessiva in modo da generare altri problemi.
Stesso discorso se la lordosi dovesse essere appiattita, cercare di ripristinarla correttamente potrebbe creare molti problemi.
La logica vuole un progetto che tenga presente le necessità del cliente al momento e quelle future. Un piano di lavoro che permetta al cliente di trovare il suo equilibrio lontano dal sovraccarico.
A volte basta poco, un bite, un paio di solette posturali, spesso non bastano, allora devi lavorare assieme al cliente per cercare la soluzione di un rebus di cui solo lui conosce i termini.
Commenti
Posta un commento