L’allarme, stridente come una sirena dei vigili del fuoco è costante, talmente costante che non ci si fa più caso, i bambini obesi aumentano, e con il loro peso aumentano i rischi per la salute che affronteranno da adulti. Evitiamo di additare i colpevoli, pensiamo a quello che si può fare. In un articolo Carmelo Bazzano, sul n° 81 di SDS scuola dello sport, fa due cose importanti, la prima è il richiamare la categoria degli educatori fisici ad una maggiore attenzione alla categoria stessa e allo sviluppo della professione, cita Socrate “ una vita senza ricerca su se stessi e gli altri non è degna di essere vissuta”, dopo elenca una lunga serie di ricerche sull’obesità infantile, sui rischi biologici, psicologici e sui costi sanitari. Dall’articolo salta all’occhio che tranne per l’area sub-sahariana esente dall’obesità il resto del mondo ne è afflitto. L’articolo merita, è non mi sembra giusto riportarlo, potete, se vi interessa richiederlo, alla Calzetti e Mariucci.
Mi riallaccio alle problematiche professionali, ormai sempre più l’educatore fisico fa da cuscinetto sociale, serve a coprire quell’ora, non svolge un ruolo da primo attore nella formazione dei giovani.
Le società sportive scartano i soggetti non in linea, sono società sportive mica associazioni benefiche, hanno obiettivi fissati dalle federazioni e dal Coni.
La scuola è assente, tranne rari casi. Non esistono ruoli carismatici che attirino i bambini verso le attività motorie e staccarli dal video, quindi che fare? Istruiamo i genitori? Lasciateli stare, o sono assenti, loro malgrado, o sono troppo innamorati dei figli così da non percepire le taglie che indossano. Se la soluzione c’è non è facile da raggiungere, il rapporto tra le ore di movimento contro le ore di riposo è drammaticamente spostato verso le seconde. Il divario tra calorie consumate e calorie assunte è enorme. E l’obesità avanza anche in paesi dove si ammirano i fisici atletici. Ma non è che comincia a mancare anche la percezione del proprio corpo?
Torneremo a parlarne, ma se vi interessa l’argomento potete commentarlo, magari con le vostre ricette.
Mi riallaccio alle problematiche professionali, ormai sempre più l’educatore fisico fa da cuscinetto sociale, serve a coprire quell’ora, non svolge un ruolo da primo attore nella formazione dei giovani.
Le società sportive scartano i soggetti non in linea, sono società sportive mica associazioni benefiche, hanno obiettivi fissati dalle federazioni e dal Coni.
La scuola è assente, tranne rari casi. Non esistono ruoli carismatici che attirino i bambini verso le attività motorie e staccarli dal video, quindi che fare? Istruiamo i genitori? Lasciateli stare, o sono assenti, loro malgrado, o sono troppo innamorati dei figli così da non percepire le taglie che indossano. Se la soluzione c’è non è facile da raggiungere, il rapporto tra le ore di movimento contro le ore di riposo è drammaticamente spostato verso le seconde. Il divario tra calorie consumate e calorie assunte è enorme. E l’obesità avanza anche in paesi dove si ammirano i fisici atletici. Ma non è che comincia a mancare anche la percezione del proprio corpo?
Torneremo a parlarne, ma se vi interessa l’argomento potete commentarlo, magari con le vostre ricette.
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