mercoledì 23 settembre 2015

Allenarsi a 40 anni e non morire.

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Non fare gli scongiuri e leggi.
Allenarsi a quaranta anni, ma vale anche 30, a 50 o a 60 e non morire dal dolore, o  nel senso letterale del termine, penso sia un argomento degno di attenzione. Parliamone. Tra i quaranta e i cinquanta anni, in molti, scatta la voglia o la necessità di fare sport, di mettersi alla prova, di recuperare il fisico perduto o di farselo, per chi non l’ha mai avuto. Improvvisamente compare una nuova coscienza di se, o si è spinti da atri motivi tra cui la salute, e ci si ritrova in negozio a comprare indumenti sportivi pronti a fare gli “atleti”. Le motivazioni possono essere molte, su alcune meglio non indagare.

Tratto da storie di ordinaria follia….. lavorativa…..


Domanda: il tuo cuore come sta? Risposta: Bene! 
Bene? Lo sai perché sei un tipo di cuore gentile, o generoso di cuore? O perché sei andato a fare un ECG sotto sforzo?
L’ECG va fatto prima di iniziare, non lo fa mai nessuno, poi si inizia, si sta bene e si pensa di essere a posto. Ma se non fai i controlli adeguati non lo saprai mai! Non fare gli scongiuri, se ti viene un coccolone, puoi toccare quanto vuoi ferro, legno o i gioielli, tanto non funzionano da defibrillatore.

Questo è anche un errore dei medici, che quando danno l’indicazione ai loro pazienti di fare attività fisica, dovrebbero prescrivere un ECG sotto sforzo.

Esempio uno, Lo sportivo da bar ravveduto.
Non hai mai fatto sport. No! Quando vedi le partite sul divano non è sport. E no! Rassegnati,  nemmeno quando provi a giocare con tuo figlio di 6 anni al parco, anche se ti vengono tutti quei dolori strani che tu definisci “da acido lattico”, la partita a FIFA 16 nemmeno, e quell’unica gara che hai fatto in terza media, non fa testo.

Dicevamo, non hai mai fatto sport ma hai deciso di giocare a calcetto con i colleghi.  Organizzate la partita contro un gruppo di studenti delle superiori. Qui esplode tutto l’orgoglio del maschio alfa che deve dimostrare di essere ancora il re della savana e ci provi. Si provi a correre come loro, a contrastare, a difendere forte, ad allungarti la palla per provare a fare gol in contropiede coast tu coast, nel senso costi quel che costi..; dopo 5 minuti hai le coronarie che suonano le nacchere, i polmoni intonano l’inno scozzese, mentre, la tua aorta fa la ola. Ma tu insisti, non puoi cedere. Bravo! Oggi è andata, ne sei uscito vittorioso e soprattutto vivo, anche se entrerai in casa come un veterano al ritorno dal fronte russo. Camminando carponi e muggendo dal dolore. Oggi è andata, ma uno stiramento o uno strappo sono in agguato, oppure a una bella distorsione al ginocchio. Devi sapere che se sei al limite dello sforzo e della fatica, farsi male muscolarmente è “plus faciles” come diceva una pubblicità di quando andavi alle medie, ma tanto tu hai fatto inglese….. In questi casi la coordinazione viene meno ( il cervello è intasato dalle scorie) e  muscoli e tendini sono sempre vicini al punto di rottura, e non sono i muscoli dei 16 anni. No.
Rischio di farsi male: alto. Molto.

Esempio due, le donne e la palestra.
Attenzione, non è che le signore siano esenti da tutto quello che ho scritto prima. Quando, durante i loro corsi in palestra, vedono passare la diciottenne tipo, con le tette che la precedono fluttuando seguita poco distante dal proprio sedere che procede a mezz’aria, mentre si magia uno snack da un milione di calorie, si  accaniscono sui pedali delle loro bike come Coppi All’Alpe D’Huez o assaltano i loro step come se non ci fosse un domani.
Anche li, si rischia grosso. Ginocchio, anca, schiena e cartilagini varie sono parole che rischiano di imparare a conoscere bene, leggendo i referti di RX  e RMN. E lascia perdere il personal trainer della palestra, che dopo aver visto un video su You tube,  ti fa fare balzi  e zompi a raffica mentre le tue ginocchia si toccano ad ogni atterraggio.
Ma dico, questo, non poteva fare il Personal Shopper?
Rischio: tremendamente alto

Esempio tre, uomini e donne che corrono.
Il neo corridore, categoria in vertiginoso aumento. Inizi con una corsetta di 10 minuti, sopravvivi, poi passi a 30 minuti, sopravvivi, poi corri un’ora e ancora sopravvivi. Sei stupito e ti gasi, ma allora pensi: sono forte, sono giovane, sono il numero uno e ti scateni e cominci a pensare alla mezza maratona, o alla maratona o addirittura al triathlon.
Sei un grande! Non ti fai seguire da nessuno, (sei tirchio ammettilo) scarichi tabelle dal web, o dalle riviste specializzate, diventi un super esperto di scarpe, gps, mutande traspiranti, paracapezzoli, bevande energetiche e di tutto il corollario del perfetto runner 2.0 e corri e corri, poi ancora corri. Tutto d’un tratto ti chiedi: cos’è quel fastidio alla pianta del piede? O  quello al tendine di Achille? Poca cosa. Pensi: passerà. Continui a correre e a correre, il dolore invece non passa, aumenta a volte sparisce per un poco, ma poi torna, e via con il ghiaccio, come se abitassi in Groenlandia del Nord. Al mattino ti svegli e non cammini, saltelli sulla zampa buona. Poi il dolore si allenta, torni a correre, zoppicando. Ho che strano, oggi, hai un poco di mal di schiena, forse anche il collo e un poco al ginocchio. Alla fine ti decidi, ti fai vedere, da un medico specialista. Sentenza…..tan tan taan!!!! 
Farmaci, terapie, almeno sei mesi di stop, anzi meglio che smetti per sempre! Inizi i viaggi ai vari santuari, spendi un banco di soldi, eri tirchio, ricordi? Non  ne esci uguale, così, affoghi il dolore nel cibo, non puoi correre quindi ora rotoli.  Aspetta questa è la meno cosa, bisogna stare veramente attenti al cuore e a come si adatta allo sforzo e tu da solo non puoi farlo.
Rischio: altissimo!

Nota. Faccio tornare a correre molta gente, che arriva da me come ultima opzione, dopo cure e interventi. Preferirei fare prevenzione, seguirli prima e non farli mai smettere.

Esempio Quattro, il piacere del cibo.

Di fare maratone non te ne frega niente, tu vuoi mangiare!  Stai diventando bello rotondo e paffuto, tanto che hai denunciato Botero perché ti aspetta ogni giorno sotto casa per farti un ritratto. Pensi che correre basti, in effetti un poco migliori e puoi continuare a mangiare, corri e mangi, mangi e corri. Mentre corri la domenica mattina sogni già i maccheroni del pranzo. Non è salutare, non t’illudere, qualsiasi macchina energetica produce scorie, se tu mangi schifezze, non pensare che basti solo bruciarle per essere a posto, perché prima di bruciarle le devi assorbire, poi la parte combustibile la bruci, ma non completamente.
 A quale prezzo? Fai fare al tuo cuore tre lavori assieme, quando a mala pena può farne uno, le tue articolazioni chiedono pietà al dio della Biomeccanica. 
Appena ti farai male, perché accadrà, purtroppo accadrà, dopo un mese di fermo, inizierai ad assimilare così tanto che il tuo sedere farà regione autonoma e chiederà l’annessione di diritto alla comunità europea.

Dopo averci ironizzato su, ma nemmeno tanto, dato che sono storie che sento ogni giorno nel mio studio, cerco di spiegare cosa va fatto, e cosa non va fatto, per evitare di inguaiarsi la vita.

Visita medica, se medico sportiva è meglio, per capire come funziona e se funziona il tuo cuore.
Se sei in sovrappeso, dieta. Fatti seguire da un nutrizionista. Prima dimagrisci un poco, poi inizia l’attività fisica. O meglio, inizia assieme alla dieta un percorso di preparazione. Come gli atleti, devi preparare il tuo fisico allo sforzo, specie se non hai mai fatto sport prima d’ora. Non ti affidare al primo istruttore che ti capita a tiro, anche se lo vedi bello e palestrato, e ti parla con strani termini scientifici, sigh. queste sono cose delicate, a seguirti deve essere un professionista reale e non inventato con un corso da 500 o 1000 euro. Sto vedendo danni prodotti da soggetti poco preparati, inimmaginabili. Chi ti segue deve avere competenze e metodo. Non come un tizio che si è affidato ad un fico/personal per fare presciistica e si ritrovato con due ernie espulse per i troppi chili sollevati.

Per farti capire meglio ti spiego come faccio io. 

Prima la “mia” valutazione posturo/funzionale perché per fare bene le cose devo analizzare come stai in piedi e come sono messi i tuoi muscoli le articolazioni e la schiena. Se il tuo l’obiettivo è correre, si fa l’analisi corporea si verifica la tecnica di corsa e la respirazione, Perché senza non saprò mai  se corrispondi al tuo modello funzionale.  E se i dati si  discostano dal modello, si inizia un percorso di alimentazione guidata e preparazione, per raggiungerlo.

Attenzione .. attenzione: la preparazione è allenamento, non perdita di tempo, si fa fatica e ti porta a fare con facilità quello che desideri.

Raggiunto un peso accettabile e una dinamica respiratoria ottimale  si inizia a correre programmando bene le attività e si predispone un programma di rigenerazione fisica. Come mai? Perché è più importante della corsa in se stessa. Ad ogni tipologia di attività che i  miei clienti vogliono svolgere abbino sempre al protocollo di allenamenti un pacchetto di sistemi di recupero.

Se poi arrivano rotti,  dopo aver seguito il fai da te o essere  stati inseguiti da un distruttore da palestra certificato, pazienza, li dovrò ricondizionare e farli tornare a fare lo sport che desiderano e a qualsiasi età, perché non si nega a nessuno la possibilità di fare attività fisica.

Cum grano salis

Gaetano Rosace
esperto postura e movimento Reggio Calabria




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