domenica 3 gennaio 2010

La dieta che verrà



L’alimentazione ideale.
Ma esiste? Si, tutti ci provano, però dopo gli elogi della dieta “mediterranea” gli applausi alla “zona” i commenti entusiasti sulla dieta a punti, è un continuo fiorire ed appassire di diete e stili alimentari.

La ricerca continua, dato l’enorme mercato, ed ora si sposta perfino sul fronte della genetica.

La nuova frontiera è la dieta basata sul DNA. Sicuramente ha nel suo arco delle frecce interessanti, in un brevissimo articolo pubblicato su Wired di gennaio  è menzionata una startup tutta italiana che si occupa di verificare tramite un kit il DNA e tramite questo personalizzare la dieta. Qui trovi il sito dell’azienda.

Non è una novità assoluta, almeno come principio, già alcuni anni fa si era provato a creare piani alimentari secondo il gruppo sanguigno. Si presumeva che ogni gruppo sanguigno avesse storicamente una base territoriale e identificasse l’origine di una precisa fetta di popolazione, per cui il gruppo sanguigno che originava dal Tibet, avrebbe avuto nelle sue corde alcuni alimenti diversi rispetto a quello che si era formato nelle pianure europee.

Più che di alimentazione, la dieta del gruppo sanguigno si occupa della tolleranza agli alimenti, per cui alcuni possono mangiare il latte, altri il frumento altri ancora le proteine della carne.

Qui la spiegazione che ho dato è semplicistica, però credo renda l’immagine. Per essere,  l’idea sembra buona, però qualcosa manca e per questo non è diventata la dieta finale.

La linea di partenza infatti è mangiare cose che rispecchiano la nostra provenienza. Attento, non il territorio in cui soggiorniamo ora, non ti illudere pensando ai salumi ed alle leccornie delle tue zone, mi riferisco alle zone geografiche e temporali dove si sono cominciati ad ammucchiare e a mescolare i nostri geni nella notte dei tempi.

In effetti, alcuni dei principi dell’ alimentazione primitiva li ho riportati nei miei appunti sul  regime alimentare, basato sulla dinamica degli alimenti, Proto Dieta (qui trovi un post e qui ne trovi un secondo) che poi ho scoperto essere molto simile alla “Paleo Dieta” un regime alimentare basato su presupposti analoghi, ossia assumere gli alimenti secondo uno schema metabolico imposto da quelle che erano le condizioni ambientali e di  ricerca del cibo e non dalla disponibilità delle dispense.

La dieta basata sul DNA potrebbe chiudere gli interrogativi e dare da mangiare ad ognuno quello che gli spetta. Potrebbe aprirne anche altri però.

Mi viene un dubbio. Se abbiamo circa il 97% di patrimonio genetico in comune con alcuni primati, i Bonobo ad esempio, la nostra dieta sarà ricavata dal 3% di differenziazione o dal 97% uguale?


Forse in attesa dei risultati, mangiare come i Bonobo, bacche, frutta e poche proteine animali ci porterebbe a stare meglio? O forse ci permetterebbe di ricordare il famoso motto “fate l’amore, non fate la guerra” dato che i Bonobo sono famosi per il tanto sesso utilizzato per sedare le dispute all’interno del gruppo? 

Tornando alla dieta, sono fiducioso e speranzoso, ma alla fine tutti noi sanno cosa possono o non possono mangiare, e se perseveriamo nell’errore e solo perché ci piace.

La mia speranza è che il cibo possa diventare una cura, pari o superiore alle medicine e se si riesce a scoprirlo come utilizzarlo dai geni, magari sarà più preciso, maggiormente piacevole e più utile.

Vedremo.


Foto di ynse, di Malias, di Pelican

2 commenti:

  1. Ottimo articolo come sempre! Complimenti per il servizio che offri e gli utili consigli per il benessere fisico/psichico. Ciao

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