venerdì 10 luglio 2009

Se i risultati non arrivano, anche se vi allenate tanto.

Ieri ho avuto un colloquio con un amico e ora anche cliente a proposito degli scarsi risultati fisici che aveva ottenuto, questi purtroppo sono mancati, nonostante l’ottimo approccio che il mio amico ha avuto nell’organizzare la propria rimessa in forma.
Il progetto del mio amico prevedeva: dieta, prodotta da un nutrizionista, allenamento in palestra più allenamento aerobico (cardio) all’aria aperta, con quantità di lavoro adeguate. Quali possono essere state le cause del mancato successo della strategia del mio amico?
Analizziamo meglio. Il piano nutrizionale è il primo indagato, non stiamo qui a discuterne i contenuti, ricordiamo che esistono meccanismi ancestrali che devono essere tenuti in conto. Dimagrire, significa sottrarre al corpo energie e risorse, non importa se parliamo di un paio di chili o di decine di chili, il corpo percepirà sempre una sottrazione, un furto. Il corpo, che non è un involucro ma una collettività di cellule, entra immediatamente in difesa diminuendo i consumi. L’allenamento, il secondo indagato, per essere ottimale deve prevedere un dispendio energetico medio alto, anche in questo caso si assiste ad una ritenzione per evitare di sprecare troppe energie. Da questi due punti salta agli occhi che allenamento e dieta vanno gestiti, perché l’uno inibisce i progressi dell’altro. L’allenamento diminuisce o rallenta gli effetti della dieta. Questo è meno avvertibile con soggetti molto allenati, che possono incorrere in problematiche di scarso rendimento riconducibili ad una forma di over training. Altra domanda da farsi è perché si è preso peso, il momento emozionale del soggetto è da prendere in considerazione, come già detto più volte in questo blog, le emozioni hanno una rilevanza sulla performance e sull’estetica estremamente rilevante.
I tre passaggi esposti meritano un minimo di approfondimento.
Nutrizione, per questa si deve considerare il soggetto secondo la tipologia metabolica, il tipo di lavoro, il profilo caratteriale, i ritmi sonno veglia e molto altro. É fondamentale lavorare secondo le dinamiche degli alimenti e non secondo il potenziale calorico. Un soggetto a metabolismo lento, con una grande reattività dell’insulina sarà trattato diversamente da un soggetto a metabolismo rapido che mangia troppo. Il tipo di soggetti con cui si interfaccia nella professione e nella vita sociale ha rilevanza.
Allenamento, come per la nutrizione l’allenamento deve essere organizzato secondo la tipologia del soggetto, due persone uguali non esistono e quindi due allenamenti uguali non esistono. L’allenamento così come l’alimentazione deve subire continue variazioni, deve seguire la dinamica del soggetto, non può essere legato ad un programma statico.
Gli obiettivi dell’allenamento si dividono in diretti ed indiretti. Diretti, immediati in senso di tonificazione, afflusso di sangue, calorie consumate, tessuti danneggiati.
Indiretti, consumo metabolico alterato dopo l’allenamento per più ore possibile, processi di riparazione dei tessuti, supercompensazione.
Profilo emozionale, questo è il più importante dei tre, ed il più difficile da gestire, io uso diverse tecniche per armonizzare il profilo emozionale e liberare le ritenzioni dovute ad esso, non tenerne conto significa fallire.
Le regole per ottenere risultati sono “semplici”, se c’è la volontà basta tenere conto di tutti i parametri che creano blocchi al miglioramento.

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